ANSA, 24-SET-09. Il momento dell’accoglienza, ossia il primo approccio verso una donna che ha subito violenza, e’ il piu’ ”delicato”. E’ l’ ”elemento centrale” dell’intervento e condiziona il rapporto che si instaura fra le parti. E’ una delle indicazioni che emerge da un’ indagine, di tipo qualitativa, presentata oggi e realizzata dall’ Istituto di ricerche Archivio Disarmo per conto di Telefono Rosa, nell’ ambito del progetto Cassiopea promosso dal ministero per le pari opportunita’. Settanta le interviste realizzate; 39 ad operatori socio-sanitari e 31 delle Forze dell’ ordine, tutti attivi nella provincia di Roma. L’ inchiesta ha rilevato che gli operatori hanno una ” corretta percezione” del fenomeno, di cui mostrano una ” buona conoscenza”. Emerge anche una ” particolare sensibilita’ nei confronti della vittima”; ” rifiutano di considerare una determinata forma di violenza piu’ grave di un’ altra ritenendo correttamente che la gravita’ dipende dalla percezione che ne ha la vittima stessa”. Rispetto alle criticita’, gli intervistati si sono soffermati sul momento dell’ accoglienza. E’ unanime il parere sulla necessita’ di ricevere formazione mirata sul trattamento dei casi di violenza. In particolare, di avere acquisizioni di base di psicologia e competenze nel linguaggio verbale e non verbale. Da esponenti delle forze dell’ ordine e’ emersa l’ esigenza di partecipare in borghese a stage presso centri antiviolenza. Francesca Monaldi, vice dirigente della Squadra mobile della Questura di Roma, ha sottolineato che ” le donne ora sanno che possono essere aiutate, che non sono piu’ sole” di fronte alle violenze che subiscono. Positivo, a suo avviso, anche la ” rete di aiuti” a disposizione delle donne che vede impegnate le forze dell’ ordine, l’ autorita’ giudiziaria, le associazioni del terzo settore.
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