MONTANELLI (IDV): PARTIRE DA EDUCAZIONE FAMILIARE
(DIRE) Roma, 24 nov. – “La violenza alle donne e’ figlia di un malcostume che si vince con sistemi complessi di formazione; con percorsi di crescita e maturazione che vanno pianificati a vari livelli, partendo dall’educazione familiare agli indirizzi comportamentali dati dagli ambienti dell’istruzione scolastica; fino e, soprattutto, a divulgazioni di esempi di vita, attraverso l’intrattenimento e la comunicazione”. E’ quanto afferma Wanda Montanelli (Idv), all’indomani della Giornata parlamentare contro le violenze sulle donne. “Si deve riflettere – prosegue – su cosa accade alla nostra societa’; dal monito di allarme di Popper ad oggi, non e’ cambiato nulla ed i modelli che si assimilano con i media, sono spesso eroi negativi che risultano rigurgitanti del fascino perverso della sopraffazione”. “Trionfano sui deboli- continua Montanelli- senza rispetto per chi, come la donna, ha un ruolo centrale di riferimento per la molteplicita’ di compiti che riesce sostenere, incontrando esigenze e colmando vuoti dentro e fuori casa, in famiglia ed in societa’”. “Con i news media come i videogame cruenti e la divulgazione di immagini e messaggi violenti di cinema e tv- aggiunge- non ci si deve meravigliare se si formano generazioni di individui aggressivi e rabbiosi. “La violenza- conclude- riguarda tutti. Non e’ un affare privato, anche se il maggion numero delle brutalita’ si attuano al chiuso delle abitazioni. Trasmettere in maniera persistente pubblicita’, filmati e spettacoli di qualita’, puntando anche su progetti educativi socio-scolastici, e’ fondamentale per impostare i rapporti tra uomo e donna in maniera civile e improntati sulla riconquista dei sentimenti e del rispetto reciproco”.
BERTINOTTI, SCUOLA AIUTI A COSTRUIRE RISPETTO
(AGI) – Roma, 23 nov. – La violenza contro le donne “e’ ben lungi dall’essere sconfitta e molto resta ancora da fare, soprattutto sul piano della maturazione di una nuova e piu’ ampia consapevolezza della dimensione culturale, sociale e politica del problema”. Lo ha sottolineato il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, intervenendo alla Giornata parlamentare contro la violenza alle donne, iniziativa che si svolge alla Sala della Lupa a Montecitorio. Sottolineando la “crescente disposizione alla violenzadelle giovani generazioni”, Bertinotti ha chiesto che si intervenga “fin dalla scuola, nelle famiglie, in tutti i luoghi della formazione civile e sociale dei ragazzi, per prevenire incivilta’ e degrado, per costruire nei giovani il rispetto e il riconoscimento della diversita’, il rifiutodell’intolleranza e della prevaricazione fisica, il controllodell’emotivita’, superando lo squilibrio relazionale tra uomini e donne e i pregiudizi che alimentano discriminazioni e prevaricazioni a danno di queste ultime”. Per Bertinotti, inoltre, “occorre agire per sradicare la pervasivita’ di alcune forme patriarcali che ancora sussistono nella sfera pubblica e privata, anche nel nostro Paese, e che alimentano stereotipi che impediscono la piena realizzazione della parita’ tra i generi: stereotipi culturali – ha evidenziato il presidente delle Camera – che anche il mondopolitico italiano non ha saputo sempre sufficientemente combattere”. Ma, ha sottolineato ancora Bertinotti, “anche i recenticasi di abusi sulle donne, compiuti da ragazzi minorenni, ci impongono con urgenza una riflessione sul tema della crescente disposizione alla violenza che si sta evidenziando tra le giovani generazioni, in particolare nei confronti dei soggetti piu’ deboli e indifesi. Viviamo una profonda crisi della coesione sociale – ha proseguito – e una diffusa crisi di identita’ e di certezze. La violenza sulle donne ci pone grandi problemi di societa’”.
Bertinotti ha sottolineato che il problema della violenza sulle donne si diffonde non solo dove ci sono “determinate condizioni culturali e sociali di arretratezza nel pianeta” ma “riguarda da vicino anche i paesi e le realta’ piu’ sviluppate. Questa intollerabile violenza – ha spiegato – costituisce una realta’ diffusa, che riguarda le donne di ogni livello sociale e culturale”. “Recenti studi condotti in ambito comunitario – ha proseguito il presidente della Camera – ci dicono che in Europa la violenza subita rappresenta la prima causa di morte delle donne nella fascia di eta’ compresa tra i 16 e i 50 anni”. E questo fenomeno, ha detto Bertinotti, “si presenta soprattutto all’interno delle mura domestiche”. Il presidente della Camera ha sottolineato il valore di alcune leggi approvate nel nostro paese come quella “che ha configurato il reato di violenza sessuale in termini di delitto contro la persona e la liberta’ personale” e quella che colpisce il fenomeno della violenza domestica. Oltre a citare l’importanza del numero telefonico unico ‘antiviolenza donna’, attivato dal marzo di quest’anno, e il via libera al progetto ‘Rete nazionale antiviolenza’ per rispondere alle domande di aiuto provenienti dalle donne che hanno subito abusi. Per Bertinotti, bisogna “individuare le cause storiche equelle generatesi dentro la modernizzazione che ci ha investito” Quindi, ha concluso, “in Italia i movimenti delle donne hanno saputo assumere un ruolo centrale nel sollecitare le istituzioni a confrontarsi con chiarezza con la violenza di genere e costituiscono ancora oggi una risorsa indispensabile per rompere il silenzio” per quella che Bertinotti definisce “una importante battaglia di civilta’”.
ISTAT: LE VITTIME DI MOLESTIE? SONO 10 MILIONI
900 MILA PER ASSUNZIONE O CARRIERA, 500 MILA STUPRATE
(DIRE) Roma, 23 nov. – Sono ben 10 milioni le donne, dai 14 ai 59 anni, che hanno subito nel corso della vita molestie o ricatti sessuali. A rivelarlo e’ l’Istat, nel suo Rapporto sulla violenza di genere presentato questa mattina in occasione della Giornata parlamentare contro la violenza alle donne a Montecitorio. Le molestie, che vanno da quelle fisiche a quelle verbali, fino ad arrivare ai veri e propri stupri, sono una realta’ soprattutto nel mondo del lavoro dove circa 900 mila donne hanno subito, per essere assunte o per accedere ad posto di responsabilita’ maggiore, ricatti sessuali. Per quanto riguarda invece gli stupri o i tentativi di violenza carnale sono 500 mila le donne che hanno denunciato di aver subito questa esperienza. C’e’ pero’ un segnale positivo: “Dal 1997 al 2002- spiega Linda Laura Sabbadini , direttrice centrale dell’Istat- c’e’ stata una diminuzione delle molestie fisiche sessuali e dei tentati stupri, soprattutto grazie ai profondi cambiamenti legislativi, alla rottura dell’omerta’ su questo tema e all’intensa attivita’ dei centri antiviolenza”. Nei cinque anni analizzati dall’Istituto nazionale di statistica poi la crescita dell’occupazione femminile ha determinato una diminuzione dei ricatti sessuali al momento dell’assunzione mentre per le telefonate oscene “la possibilita’ di indentificare il chiamante- sottolinea Sabbadini- ha avuto un effetto deterrente”.
I dati pero’ rimangono preoccupanti per la violenza carnale vera e propria: “per gli stupri- spiega la
direttrice centrale dell’Istat- ci troviamo davanti ad uno zoccolo duro, fatta eccezione per quello commesso da estranei (un’assoluta minoranza, solo il 3,5%) quello ‘classico’, perpetrato da amici, conoscenti o ex fidanzati si ripete nel tempo e con una frequenza elevata, spesso piu’ che settimanale, in luoghi familiari alla vittima”. Negativi poi anche i dati relativi all’accesso a posti di maggiore responsabilita’: “Il terreno di cultura dei ricatti per gli avanzamenti di carriera permane- conclude Sabbadini- anche perche’ le donne sono ancora troppo poche nei luoghi decisionali e la loro carriera dipende ancora troppo dalla decisione”.
NEL 2005 BEN 1.419 ACCOLTE IN CENTRI ANTIVIOLENZA
NEL 2006 SONO STATE 245
IN REGIONE ODG BIPARTISAN PER ATTUARE AZIONI CHE FERMINO IL FENOMENO
(DIRE) Bologna, 23 nov. – Nel 2005 sono state 1.419 le donne, delle quali 531 straniere, le donne
vittime di violenze accolte in diversi centri della Regione. Del totale, ben 1.217 hanno passato un periodo nei centri antiviolenza e 148 sono state ospitate altrove. La stragrande maggioranza, il 60% e’ coniugata o convivente, il 17% e’ separata o divorziata, l’80% ha figli. Quasi sempre la violenza e’ stata perpetrata tra le mura domestiche. La fascia d’eta’ prevalente e’ tra i 30 e i 39 anni. Questi i dati che provengono dall’indagine promossa dal coordinamento regionale delle case e dei centri antiviolenza, resi noti questa mattina in una conferenza stampa organizzata in Regione alla quale hanno partecipato le consigliere dell’Assemblea legislativa e i due assessori alla Scuola e alle Politiche sociali, Paola Manzini e Anna Maria Dapporto. Ai dati se ne aggiungono altri, che coprono i primi 10 mesi di quest’anno e riguardano nove degli 11 centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. In questo arco di tempo, sono state 245 le donne accolte nei nove centri delle quali 165 italiane e 73 straniere. E siccome ricorre dopodomani, sabato, la giornata internazionale contro la violenza alle donne, le consigliere regionali di maggioranza e opposizione hanno colto l’occasione per presentare un ordine del giorno da sottoporre all’Assemblea legislativa. Nel documento, oltre a ricordare che un omicidio su quattro avviene tra le mura domestiche, che il 70% delle vittime sono donne e che la prima causa di morte violenta delle donne tra i 16 e i 44 anni e’ la violenza subita in
famiglia o da uomini coi quali hanno legami affettivi, si chiede una serie di impegni alla Giunta regionale.
AUMENTANO LE DENUNCE IN TOSCANA
(9Colonne) – Firenze, 23 nov – Da oltre un decennio in Toscana il numero di violenze contro le donne è in crescita e nemmeno gli ultimi dati, relativi al raffronto sul primo semestre del 2005 e quello del 2006, segnano un’inversione di tendenza: erano 156 l’anno scorso, sono 163 quest’anno. Col passare degli anni poi il tasso di denunce in Toscana, che era sotto la media nazionale (1,3 casi per 100 mila abitanti, contro 1,6) è cresciuto più che il dato italiano, tanto da collocarsi ora sopra il dato nazionale. Sono questi alcuni dei dati su cui questo pomeriggio si è sviluppato il confronto al tavolo di lavoro permanente istituito l’anno scorso dal governo regionale, in collaborazione con la commissione regionale per le pari opportunità uomo-donna e del comitato d’ente per le pari opportunità e aperto a istituzioni, enti e associazioni. Il tavolo, convocato in vista della giornata internazionale contro la violenza nei confronti delle donne del 25 novembre e presieduto dal vicepresidente Federico Gelli, che ha la delega alle politiche di sicurezza, è stata l’occasione per una valutazione del fenomeno e per un confronto sulle “buone pratiche” già attivate in Toscana. “Si tratta di un trend di crescita che deve essere indubbiamente interpretato – ha spiegato Gelli – Questi dati, ovviamente, non si riferiscono ai reati effettivamente commessi ma alle denunce, e siamo di fronte a crimini che spesso sono consumati all’interno delle mura domestiche e passati sotto silenzio dalle vittime. La crescita delle denunce può misurare anche una maggiore spinta a non tenere più nascoste le violenze subite, per il venire meno di difficoltà culturali e sociali e magari per il positivo sostegno delle istituzioni”. Presente al tavolo anche l’assessore Susanna Cenni, che ha la delega alle pari opportunità. “La violenza delle donne è una sconfitta, non solo delle donne, ma della società, del tessuto di relazioni tra i sessi, tra persone pienamente libere – ha sottolineato l’assessore – Le istituzioni stanno facendo uno sforzo per aggiornare la loro capacità di risposta, e devono indubbiamente dare risposte nuove con politiche lungimiranti, capaci di aprire una nuova stagione di più alta e civile convivenza sociale. Non si raggiungeranno risultati senza un reale mutamento culturale, senza un pieno riconoscimento della libertà femminile, di quella libertà che ancora fa tanta paura anche alla politica italiana”.
POLLASTRINI: NUOVA LEGGE ENTRO 15 GIORNI
Dopo passaggio in Cdm, Parlamento prosegua lavoro con serietà
Roma, 23 nov. (Apcom) – Successivamente, intervenendo a Montecitorio alla Giornata parlamentare contro la violenza alle donne, Pollastrini ha fatto sapere che “sulla legge ci sono diversi tavoli tecnici al lavoro”: “Si sono visti frequentemente e hanno iniziato ad ascoltare diverse associazioni. Nel complesso non abbiamo ancora ultimato il lavoro ma la mia opinione è che tra 15 giorni porteremo comunque una bozza di legge al Consiglio dei ministri. Mi interessa sapere l’opinione di tutti i colleghi del Governo in merito”. Dopo il passaggio a Palazzo Chigi, “consegneremo il progetto di legge immediatamente al Parlamento affinché con serietà e passione civile prosegua il lavoro di ascolto per arrivare in tempi ragionevoli ad una legge. Non so se ci vorranno tre mesi, cinque o sei: servirà il tempo necessario per dire che abbiamo segnato una tappa importante in termini di civiltà”.
Pollastrini ha messo l’accento sull’importanza della “prevenzione” della violenza alle donne ed ha fatto sapere che è proprio il concetto di prevenzione ad ispirare il testo di legge in preparazione che nascerà intorno a tre punti: “una campagna culturale di educazione; interventi sulle molestie continuative che in Italia non sono sufficientemente punibili; la certezza della pena”.
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