La 19enne, nata a Siracusa, non voleva osservare usi e costumi del paese di origine: è stata drogata, rapinata e trattenuta fuori dall’Italia. I genitori sono stati arrestati
CATANIA – Voleva vivere «all’occidentale» e si rifiutava di osservare usi e costumi del paese di origine della sua famiglia, la Turchia. Per questo motivo i genitori di una diciannovenne nata e cresciuta a Siracusa non hanno esitato a costringerla, con l’inganno e poi con la forza, ad andare via dall’Italia. L’allontanamento è avvenuto con una scusa, inventata: «Il tuo fratellino ha avuto un incidente, è grave», le hanno detto. Così la ragazza è partita. Dopo il volo la giovane è stata drogata, rapinata e sequestrata da alcuni parenti che vivevano ancora in Turchia, proprio su ordine, sostiene l’accusa, del padre e della madre, che volevano impedirle di tornare in Italia. La polizia, dopo la segnalazione di alcuni amici della 19enne, ha avviato le indagini e grazie alla collaborazione dell’Interpol e del Consolato italiano è riuscita a liberarla e riportarla in Italia.
I genitori in carcere
La storia è stata ricostruita dalla squadra mobile della Questura, che, su disposizione della Procura di Siracusa, ha fermato i genitori della giovane per sequestro di persona, rapina aggravata e stato di incapacità procurato mediante violenza: i reati sono stati commessi in concorso con complici ancora da identificare. I turchi Birol Durtuc, di 40 anni e Yasemin Durucan, di 36, da circa 20 anni vivono e lavorano nel Siracusano, dove nel 1996 è nata la loro figlia, che ha doppia cittadinanza. Le indagini erano state avviate dopo la denuncia di alcuni amici della ragazza.
Affidata ai servizi sociali
Gli accertamenti eseguiti in collaborazione tra squadra mobile, Interpool e il Consolato italiano di Izmir, hanno permesso, tramite la polizia turca, di rintracciare la giovane a Serinhisar, in Turchia: la 19enne ha detto agli investigatori locali di trovarsi lì contro la sua volontà e di voler ritornare in Italia. La polizia turca l’ha presa in consegna e affidata a servizi sociali locali. Tramite il Consolato è poi rientrata in Italia, dove ha trovato assistenza e alloggio in casa di amici. La ragazza è stata sentita dalla squadra mobile che, intanto, con il coordinamento della Procura di Siracusa, aveva messo sotto controllo i telefoni dei suoi genitori.
Drogata e segregata
La giovane ha ricostruito così la sua odissea agli investigatori: dopo essere giunta a Serinhisar sarebbe stata drogata, con la somministrazione di farmaci nella cena, e le sarebbero stati rubati i documenti e la sim card del telefonino. Ogni suo tentativo di ribellione, poi, è stato stroncato con percosse dai parenti turchi che l’avevano sequestrata e la tenevano sotto vigilanza continua.
28 settembre 2015
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