(AGI) – Roma, 21 mag. – L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro censura il Presidente della Repubblica: e’ un intollerabile atto di fascismo mediatico, un vergognoso provvedimento oscurantista come tradizione delle peggiori dittature asiatiche.
E’ quanto dice, in una nota, Wanda Montanelli, coordinatrice nazionale delle donne Idv, rivolta ai vertici del suo partito rei di aver disposto, spiega, “la rimozione” dal sito della Consulta delle Donne e del Dipartimento delle Politiche di Genere, della lettera di solidarieta’ inviatale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
“Oltre alla lettera con cui il Capo dello Stato mi esprimeva solidarieta’ scrivendo testualmente: “i valori per i quali si battono persone come lei consapevoli dei diritti delle donne e coraggiose nel rivendicarli, promuoverli e difenderli, siano tenute in primaria considerazione dalle istanze istituzionali politiche e sociali”, fa sapere la Montanelli, “e’ stata rimossa dal sito della Consulta anche una lettera circostanziata, da me inviata all’On. Leoluca Orlando per contestargli dichiarazioni denigratorie verso la mia persona e verso il ruolo di responsabile della Consulta Donne”.
Dunque, per la Montanelli, “ci si accanisce ancora una volta contro i deboli e si censura la verita’ per adattarla alla propria convenienza. Se potessero mi cancellerebbero dalla faccia della terra dopo avermi tolto ogni spazio vitale per operare in politica: i fondi per le donne della legge 157/99 non si sono mai visti, l’ufficio nazionale Pari Opportunita’ ce lo hanno precluso, la festa nazionale per l’anno europeo 2007 l’hanno annullata; nelle assemblee annuali non abbiamo diritto di parlare, alle elezioni politiche fanno eleggere 39 uomini su 43 parlamentari, i vertici di presidenza sono composti soltanto da uomini ed ora si arrogano anche il diritto di sabotare il sito delle donne”.
E quel che e’ ancor piu’ grave, aggiunge la Montanelli, e’ eliminare “scomode testimonianze di attivita’ e documenti come quello del Presidente della Repubblica di cui andiamo fiere e che ci ha un po’ lenito l’amarezza di tanta protervia che abbiamo dovuto subire”. Quindi, “non escludo un nuovo sciopero della fame contro questa inaccettabile ulteriore provocazione, appellandomi sin d’ora al Capo dello Stato – conclude – perche’ si restituisca diritto di cittadinanza politica e liberta’ di espressione a tutte noi”.

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