Nel Paese di Bolsonaro, quinto nella graduatoria degli Stati con il maggior numero di violenze commesse contro il genere femminile, le discriminazioni sono all’ordine del giorno

bra1804 - LA 
 CONDIZIONE DELLE DONNE IN BRASILE TRA FEMMINICIDI E DIRITTI 
 NEGATI

di Giovanna Pavesi
I suoi figli non erano ancora adolescenti quando se n’è andata. È successo di pomeriggio, al termine di una discussione con il marito, che aveva conosciuto quando di anni ne aveva appena 15. L’ha uccisa prendendola a bastonate, fino a quando non è morta. Ci sono voluti diversi minuti. I motivi quasi nessuno li conosce. Ma il marito di quella donna, e padre di quei due ragazzi, in prigione ci è finito anni dopo. E non per aver ucciso la moglie, ma per rapina. A pochi chilometri da quella casa abbandonata, nelle campagne di Fortaleza, nel Nord-Est del Brasile, in una favela si racconta la storia di un’altra ragazza, ammazzata anni fa dal compagno perché geloso. L’aveva fatta uscire dalla sua abitazione e, davanti a tutti, compresi i suoi bambini, le aveva dato fuoco. Perché, nonostante il Brasile sia stato, negli anni, un Paese con sufficiente inclusione sociale per le categorie più a rischio di esclusione (donne e bambini, in particolare), è caratterizzato, da sempre, da una forte e radicata cultura machista. E, a dirlo, sono i numeri. Oltre ai fatti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), i dati riguardanti gli episodi di femminicidio sono considerati «allarmanti» nel Paese che ad ottobre 2018 ha eletto Jair Messias Bolsonaro come presidente. E che non sembra essere molto interessato a difendere i diritti delle sue concittadine. Secondo alcune testimonianze, anni fa, a una deputata dell’opposizione avrebbe detto: «Non ti stupro perché non te lo meriti». Di riflesso molte donne brasiliane non lo amano e, manifestando per le strade, hanno scelto di contestarlo. «Ele Não», lui no. L’hanno scritto ovunque, dalle piazze ai social network, ma il candidato di estrema destra, nazionalista e sostenitore delle armi, le elezioni le ha vinte comunque.
L’identikit delle vittime
Il tasso di femminicidi, per l’Oms, nel 2017, è stato del 4,8% ogni 100 mila donne, il quinto nel ranking mondiale. Secondo l’Istituto di ricerca economica applicata, dal 2001 al 2011, le donne uccise sono state oltre 5mila l’anno. Nel 2015, la Mapa da Violência ha evidenziato che, in dieci anni, dal 2003 al 2013, il numero di omicidi femminili, in particolare afrodiscendenti, è cresciuto del 54%, passando da 1.864 a 2.875 casi all’anno (+190% tra le donne di colore e -9,8% tra quelle bianche).

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