Il voto del 2006 raccontato dagli italiani 
 Curato da ITANES 
 Editore: Il Mulino, 2006
  Nelle                          cronache future le elezioni del 2006 saranno ricordate                          come quelle in cui arrivò prima l’Unione. Ma un                          capitolo sulle aspettative deluse non potrà mancare.                          Forse si dirà che erano eccessive. Difficile, però,                          negare che fossero fondate, visto il clima di opinione                          e i risultati delle elezioni tenutesi negli anni precedenti.                          In queste condizioni è ragionevole attendersi che                          il governo in carica paghi un prezzo elevato. Chiedersi                          dov’è la vittoria significa allora mettere a fuoco                          premesse, andamento ed esiti di una lunga corsa, partita                          benissimo per il centrosinistra e poi chiusasi sul filo                          di lana. Per rispondere alla domanda non c’era di meglio                          che interpellare gli elettori: è quanto ha fatto                          ITANES, intervistandone in momenti successivi, prima e                          dopo le elezioni, oltre 12.000, raggruppati in campioni                          diversi, per capire come si sono comportati anziani e                          giovani, donne e uomini, lavoratori privati e pubblici,                          dipendenti e autonomi, cattolici e laici. Alla fine i                          risultati “parlano chiaro”: dopo una legislatura                          lunga quanto tormentata, solo pochissimi di coloro che                          avevano votato per Berlusconi cinque anni prima hanno                          cambiato voto, sebbene moltissimi fossero insoddisfatti.                          Ciò è accaduto perché durante la                          campagna elettorale chi ha scommesso sulla continuità                          – tutta italiana – delle scelte di voto, puntando sulla                          rimobilitazione dei propri elettori, è stato più                          abile di                                                     chi                  tranquillamente si preparava a raccogliere i frutti dello scontento.
                                               Nelle                          cronache future le elezioni del 2006 saranno ricordate                          come quelle in cui arrivò prima l’Unione. Ma un                          capitolo sulle aspettative deluse non potrà mancare.                          Forse si dirà che erano eccessive. Difficile, però,                          negare che fossero fondate, visto il clima di opinione                          e i risultati delle elezioni tenutesi negli anni precedenti.                          In queste condizioni è ragionevole attendersi che                          il governo in carica paghi un prezzo elevato. Chiedersi                          dov’è la vittoria significa allora mettere a fuoco                          premesse, andamento ed esiti di una lunga corsa, partita                          benissimo per il centrosinistra e poi chiusasi sul filo                          di lana. Per rispondere alla domanda non c’era di meglio                          che interpellare gli elettori: è quanto ha fatto                          ITANES, intervistandone in momenti successivi, prima e                          dopo le elezioni, oltre 12.000, raggruppati in campioni                          diversi, per capire come si sono comportati anziani e                          giovani, donne e uomini, lavoratori privati e pubblici,                          dipendenti e autonomi, cattolici e laici. Alla fine i                          risultati “parlano chiaro”: dopo una legislatura                          lunga quanto tormentata, solo pochissimi di coloro che                          avevano votato per Berlusconi cinque anni prima hanno                          cambiato voto, sebbene moltissimi fossero insoddisfatti.                          Ciò è accaduto perché durante la                          campagna elettorale chi ha scommesso sulla continuità                          – tutta italiana – delle scelte di voto, puntando sulla                          rimobilitazione dei propri elettori, è stato più                          abile di                                                     chi                  tranquillamente si preparava a raccogliere i frutti dello scontento.



Commenti