Ecco                    due poesie di Iole Chessa Olivares dedicate al mare, tratte                    dalla raccolta, Quel tanto di rosso, Terre Sommerse, 2007.
SALUTAVO IL MARE
Salutavo                      il mare
 bevendolo,
 la sua acqua
 grembo e orizzonte
 al mio inchiostro,
 luce già scritta
 che doveva solo accendersi.
E’                      mutato nel tempo
 il gesto dell’addio,
 ancora beve onde
 in solitaria,
 ma sulla battigia
 cerco acqua che si consumi,
 un passo oltre se stessa,
 solo spuma
 in generosa offerta
 a me, ormai crepuscolo,
 luce sfinita
 di un solo colore.
IL                      FARO
 Dedicata al faro di Calamosca – Cagliari
Nel                      buio desolato
 porta in grembo
 un quasi – sole, 
 un labile raggio
 che evapora sfiorando le pupille
 e… danza la sua luce
 mentre muore sul mare,
 fuori di ogni bussola
 salva un brivido
 oltre il naufragio,
 consacra la vita
 se mai dimenticata.
Il                      tema del mare è inscindibile da quello della terra natìa,                      la Sardegna. Il mare è il simbolo del dinamismo della vita.                      Tutto esce dal mare e tutto vi ritorna: luogo delle nascite,                      delle trasformazioni e delle rinascite. Acque in movimento,                      il mare simboleggia uno stato di transizione tra i possibili                      ancora informali e le realtà formali, una situazione di ambivalenza,                      che è quella dell’incertezza, del dubbio, dell’indecisione,                      e che può concludersi bene o male. Da qui deriva che il mare                      è contemporaneamente l’immagine della vita e quella della                      morte.
 Gli Antichi, Greci e Romani, offrivano al mare sacrifici di                      cavalli e di tori, simboli anche loro di fecondità. Ma mostri                      sorgevano dalle sue profondità: immagine del subconscio, fonte                      di correnti, che possono essere vivificanti o mortali.
 Il tema del mare è legato a quello dell’acqua, fonte di vita,                      mezzo di purificazione, centro di rigenerazione. L’acqua rappresenta                      l’infinità dei possibili. Tutti questi significati sono presenti                      nelle due liriche.
 Nella prima si evidenzia la positività, la consuetudine del                      gesto del salutare il mare, di cui la Poetessa si nutre (bevendolo,                      bevo onde, cerco acqua) e che è definito grembo (luogo dove si forma il bambino).
 Nella seconda, è ripetuta la parola grembo (luogo di trasformazione)                      che, con il tema dell’acqua, è un simbolo femminile ed indica                      il bisogno di Iole di tenerezza e di protezione.
Fausta Genziana Le Piane


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