I primi passi della Consulta femminile voluta nel Pontificio Consiglio della Cultura, dal cardinale Gianfranco Ravasi

di Paola Pica
Se investite di autorevolezza, le donne sono motori del cambiamento. Con questo spirito muove i primi passi la Consulta femminile voluta nel Pontificio Consiglio della Cultura, dal suo presidente il Cardinale Gianfranco Ravasi, secondo un progetto promosso dallo stesso Papa Francesco. Non una riserva, nè un recinto dentro il quale confinare contenuti e confronti, ma un organismo permanente e consultivo, il primo di questo tipo in un «ministero» della Santa Sede. Chi scrive ne è componente con altre 33 donne di provenienze, lingue e credo diversi. La Consulta si è affidata alla guida della sociologa Consuelo Corradi e in vista della Plenaria 2017 sulle nuove sfide antropologiche cominciato a discutere di scienze della vita, genetica, digitale. Ma di potere e ruolo delle donne si è parlato da subito. L’apertura di Francesco sul diaconato risponde certo a una richiesta e per Corradi «soprattutto dove ci sono i conflitti le donne dovrebbero ricevere un’investitura dalle religioni». E per questo, tra i primi atti della Consulta ci sarà la promozione di un dialogo tra cristiane, ebree e musulmane.


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