di Barbara Innamorati

Quando nella notte, in pieno sonno, il letto comincia a tremare, il cuore batte forte per mettere in circolo l’adrenalina necessaria per reagire alla paura, la mente pensa al ritmo del cuore una sola parola: no! Quando sei in salvo, lontano da quello che fino a un attimo prima era il tuo rifugio, non hai altro che le parole per avvicinarti a chi è lontano: messaggi, telefonate, post su facebook, tweet. Poi le perdi pure le parole, ti restano incastrate in quei posti dell’anima che fanno male, così male che potresti morire di dolore. E una parte di te forse muore davvero insieme agli amici sotto le macerie, al mondo che conoscevi, ai luoghi che amavi vivere. Tutto questo è accaduto la notte del 24 agosto 2016, un dejà vu terrificante per chi ha vissuto solo poco più di sette anni fa la tragedia del terremoto e che adesso sa di poter essere testimone sincero e sostegno per chi la sta vivendo in questi giorni.
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