E’ morta in un ospedale di Parigi all’eta di 78 anni Assia Djebar, scrittrice, regista, accademica di Francia e storica che si e’ battuta per i diritti delle donne nella sua Algeria. E’ stato uno degli autori del Maghreb piu’ tradotti e noti al mondo. Tra i suoi romanzi “Donne d’Algeri nei loro appartamenti”, “La donna senza sepoltura”, “Le notti di Strasburgo”, “Lontano da Medina”, “L’amore e la guerra” e “Nel cuore della notte algerina”.
Assia, il cui vero nome era Fatima Zohra Imalyene, era nata nel 1936 a Cherchell, l’antica citta’ romana di Cesarea, a ovest di Algeri. Prima donna algerina ammessa all’Ecole normale superieure francese, la lascio’ per protesta nei primi giorni della guerra di indipendenza, ma nel 1959 fu Charles De Gaulle a chiederne la reintegrazione per “meriti e talento letterari”. Poi si trasferi’ in Marocco, dove insegno’ a Rabat prima di approdare all’Universita’ di Algeri. Dall’Algeria si allontano’ definitivamente nei primi anni ’80, lamentando che nelle strade non vedeva “piu’ donne, solo uomini”. In un suo libro, “Oran, langue morte”, Assia Djebar raccconto’ la sofferenza delle donne in un’Algeria islamizzata.
L’arabo imposto per legge, ha ricordato in molti suoi libri, e’ una lingua per soli uomini che poco ha a che vedere con la grande lingua araba. E’ stata anche un’apprezzata regista: il suo primo film-documentario, “La nouba des Femmes du Mont Chenoua”, sulla guerra vista dalle donne, nel 1979 vinse il premio della critica alla Biennale del cinema di Venezia. Nel 2005 fu eletta all’Academie Francaise. Nel suo discorso di ingresso, Assia Djebar affermo’ che una sola patria ci accomuna: la lingua e, con la lingua, la scrittura. (AGI, febbr.2015).

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