Una posizione quella del sindaco non condivisa da alcune associazioni cittadine

Le                    associazioni NonUnaDiMeno Siena, Atelier Vantaggio Donna, Movimento                    Pansessuale Arcigay, Centro Culturale delle Donne Mara Meoni,                    Associazione Archivio UDI della Provincia di Siena, Se Non Ora                    Quando, Dipartimento P.O. CGIL Siena e Donna Chiama Donna rispondono                    ad alcune dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Luigi De Mossi                    a La Nazione di ieri. Di seguito il comunicato stampa delle                    suddette:
 “Nessuna mette in discussione il diritto alla difesa ed il concetto                    di presunzione di innocenza a cui fa riferimento il Sindaco                    nella sua dichiarazione. Registriamo, caso mai, in questa sua                    succinta risposta, un limite interpretativo che ci preoccupa                    ulteriormente e che ha a che fare evidentemente con la scarsa                    conoscenza di quanto negli ultimi anni, i movimenti delle donne,                    gli organismi internazionali e, non ultimo, il nostro Parlamento,                    hanno prodotto sul tema della violenza maschile contro le donne.                    Lo invitiamo quindi a documentarsi, così come invitiamo a fare                    altrettanto l’assessora Pugliese e le consigliere Masignani,                    Sabatini e Raponi, ricordando al contempo che il precedente                    consiglio comunale, nel 2014, approvò all’unanimità una mozione                    che accoglieva tutti i principi contenuti nei documenti sopra                    richiamati, impegnandosi a farli propri con azioni locali ,                    tra cui, poco dopo, la firma di un protocollo operativo tra                    varie Istituzioni ed Associazioni.
 è a partire da questo contesto, quindi, che vogliamo sottolineare                    come la violenza maschile contro le donne sia universalmente                    riconosciuta come un fatto pubblico, una violazione dei diritti                    umani ed una forma di discriminazione nei confronti delle donne;                    pertanto ogni donna dovrebbe trovare riconosciuti ed attuati                    nella comunità e nelle sue istituzioni questi valori. In seguito                    a questo, ricordiamo che alcuni Comuni si sono costituiti parte                    civile in casi analoghi ed hanno avuto riconosciuta questa loro                    richiesta. E’ dunque evidente il richiamo all’assunzione di                    una responsabilità sociale, richiamo che nel caso di una Istituzione                    come il Comune, diviene obbligo morale, etico, politico e, non                    ultimo, simbolico. La decisione del sindaco De Mossi di rappresentare                    in giudizio in qualità di avvocato difensore, uno dei due (presunti)                    violentatori di due ragazze minorenni, è secondo noi, in netto                    contrasto con le sue funzioni di rappresentante di tutta la                    comunità. Di fatto è eticamente riprovevole, moralmente deprecabile                    e simbolicamente pericolosa, espressione di una precisa scelta                    di campo, per noi POLITICAMENTE INACCETTABILE.”
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