Selena Scola ha lavorato come contractor per nove mesi: ora sostiene di aver sviluppato una sindrome post traumatica da stress. Ma il suo caso non è l’unico
di Enrico Forzinetti
Che il moderatore di contenuti di Facebook fosse un lavoro piuttosto stressante lo avevano rivelato diversi reportage. Già nel 2017 il Guardian aveva svelato le discutibili linee guida che i moderatori dovevano seguire. Poi alla fine dell’anno passato un’inchiesta del Wall Street Journal aveva fatto luce sulle difficoltà economiche e psicologiche incontrate da chi opera in questo settore. Un tema su cui era poi tornata Motherboard ad agosto. La stessa testata ora però ha riportato per prima un ulteriore passo in avanti nella vicenda. L’ex moderatrice Selena Scola ha fatto causa al social network sostenendo che la società non avrebbe fatto abbastanza per dare supporto psicologico ai dipendenti e ai contractor che impiega per quelle attività.
Nessun supporto psicologico
Scola ha lavorato da giugno scorso a marzo per Pro Unlimited, società che offre supporto a Facebook nel controllo dei contenuti, e secondo il suo legale avrebbe sviluppato la sindrome post traumatica da stress in seguito all’esposizione continuativa di contenuti definiti «tossici», senza essere seguita adeguatamente da esperti di salute mentale. Da parte sua Facebook si è difeso ribadendo che sia per i dipendenti che per i lavoratori nelle società a cui l’azienda fa riferimento è sempre disponibile un servizio di supporto psicologico, data la difficoltà del compito da svolgere.
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