E la Regione avvia nelle scuole una campagna di sensibilizzazione

VENEZIA Ci sono bambine per cui la fine della scuola e l’arrivo dell’estate non sono momenti di gioia e spensieratezza ma di ansia che sfocia nel terrore. Partono insieme ai genitori per le vacanze nei Paesi di origine, o almeno così le chiamano confidandosi con le compagne di banco, ma in molti, troppi casi, non tornano più e di loro si perde ogni traccia. Sono le «spose bambine», hanno sette, otto, dieci anni, sono originarie per lo più dell’India, del Pakistan e del Bangladesh ma anche dell’Albania e della Turchia. «Una realtà tragica – spiega Taher Djafarizad, presidente dell’associazione Neda Day –. Uno Stato come l’Italia, civile, democratico, liberale, rispettoso dei diritti, non può far finta di non vedere che cosa accade sul suo territorio, nell’indifferenza generale». Djafarizad ha quindi contattato la senatrice della Lega Nord Erika Stefani, componente della commissione Giustizia, e insieme hanno deciso di scrivere una proposta di legge che Stefani ha già depositato a Palazzo Madama, ispirata ad un analogo testo già in vigore in Svezia dal primo luglio 2014.
«Abbiamo previsto l’ampliamento della fattispecie di cui all’articolo 605 del codice penale (il sequestro di persona, ndr), introducendo i reati specifici di costrizione al matrimonio, induzione al viaggio finalizzato al matrimonio, costrizione al matrimonio di persona minorenne – spiega Stefani -. In quest’ultimo caso abbiamo previsto come pena la reclusione da 6 a 15 anni, appositamente per far scattare la custodia cautelare, esclusa in casi di pena più bassa. Se è coinvolta una minore, infatti, è necessario fermare i famigliari prima che sia troppo tardi». Il che significa prima che riescano a imbarcarla su un aereo perché, da quel momento in poi, «ritrovarla è impossibile» racconta Djafarizad. Stefani non intende farne una questione di politica e presto sottoporrà la proposta ai colleghi e alle colleghe degli altri partiti, «a cominciare dalla combattiva Monica Cirinnà».
La speranza è quella di riuscire a creare attorno a questa battaglia un gruppo di sostegno bipartisan, al femminile ma non solo. «Fondamentale – continua Djafarizad – è che i genitori rischino la perdita del permesso di soggiorno, un deterrente talvolta più efficace di molte altre pene e si deve avviare una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, per allertare gli insegnanti e i genitori ma anche per rendere più consapevoli i bambini, che spesso scambiano le loro confidenze all’oscuro delle madri e dei padri». Nell’attesa che la proposta di legge Stefani arrivi all’attenzione del Senato, la Regione (che per mano del consigliere della Lega Marino Finozzi discuterà un’identica proposta di legge statale, come concesso dal regolamento del consiglio) intende avviare proprio una campagna nelle scuole, ricorrendo ai fondi inseriti nel Documento di programmazione economica e finanziaria. «Si stima che dall’Italia, ogni anno, siano circa 2 mila i casi di spose bambine, oggetto di veri e propri contratti dall’età di 5 anni, cedute in cambio di soldi – dice Finozzi -. Il matrimonio si celebra nei Paesi di origine ma l’accordo viene stretto qui. E qui dobbiamo intervenire». Anche perché, conclude l’eurodeputata del Carroccio Mara Bizzotto, «al matrimonio segue purtroppo un vero e proprio stupro che può comportare la morte della bambina, anche a causa di gravidanze anticipate fisiologicamente e psicologicamente insostenibili».


Commenti