La legge ha favorito le “quote rosa”, ma non nei consigli di amministrazione. La presenza si registra soprattutto nei collegi sindacali

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 PARTECIPATE: POCHE DONNE NEI POSTI DI COMANDO

PORDENONE. Più donne nelle società partecipate di Comuni e Provincia e nei vari enti di controllo e governance degli enti locali. Se si guarda il mero dato numerico si può dire che, in provincia di Pordenone, la legge nazionale che ha imposto le “quote rosa” nelle società partecipate qualche risultato l’ha portato.
Se si va oltre la logica dei numeri, però, e si guarda il peso specifico dei ruoli si scopre che le cose non sono cambiate in modo così radicale.

Collegi sindacali. Che siano brave a far di conto non è una novità. Non a caso, il più delle volte, sono le donne a tenere i cordoni della borsa in famiglia e sarà per questo che è più facile trovarle nei collegi sindacali che nei consigli di amministrazione.
Se poi si tratta di società gestite da amministratore unico, lasciate ogni speranza a voi che entrate. Laddove le nomine sono di natura politica è più difficile che le scelte ricadano su donne. Questo anche perchè –dato innegabile– le donne stesse fanno fatica ad avvicinarsi ad ambienti prettamente politici.

Amministratori. Le poltrone di maggior potere sono tutte ancora saldamente in mano agli uomini. Non ci sono consiglieri donna nell’ente Fiera, l’amministratore unico di Gea, Gsm e Hydrogea è un uomo, anche nelle realtà in cui le donne potrebbero esprimere facilmente figure di valore si fa fatica a trovarle.
Un esempio? Nel consiglio di amministrazione del teatro Verdi non siede nemmeno una donna.

La mappa. La società pubblica che ha il maggior numero di donne al proprio interno è Interporto: due in consiglio di amministrazione (Emanuela Fattorel indicata dalla camera di commercio e Carla Cimatoribus dal Comune) e tre nel collegio sindacale.
Atap è in regola (una consigliera e due rappresentanti nel collegio sindacale) così come Ambiente e Servizi. Gea, Gsm e Hydrogea compensano con il collegio sindacale, così come il Comet (distretto della componentistica dove tutte le cariche sono a titolo gratuito).

Il caso. Nella Cato, la consulta d’ambito territoriale ottimale che gestisce il servizio idrico integrato, siedono gli amministratori locali e quindi esponenti della politica. Il fatto che su sette componenti nemmeno uno sia donna indica che di strada da fare ce n’è ancora.
Non solo sul fronte rappresentanza. Dei sette (Stefano Del Cont Bernard, Corrado Della Mattia, Claudio Pedrotti, Sandro Rovedo, Ivo Moras, Mario Ongaro e Renzo Francesconi), solo Pedrotti ha rinunciato al compenso (fonte, sito del Comune di Pordenone).

Società rosa. Intanto in questi giorni Poste Italiane festeggia la svolta al femminile. Negli 85 uffici postali della provincia di Pordenone ci sono 54 direttori donna, pari al 63,5% del totale. Nella filiale pordenonese ci sono complessivamente 262 dipendenti donne su di un totale di 342 lavoratori, per una percentuale del 76,6%.

Un altro dato significativo: sono 37 gli uffici postali con personale esclusivamente femminile. Anche per il settore del recapito, la presenza femminile tra i postini della destra al Tagliamento è alta: sono 106 le postine su di un totale di 202 portalettere. (Martina Milia, 09 marzo 2015).

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Ancora poche donne nei posti di comando delle società non …

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