Con il capo cinto di malvarosa
 e le mani vuote,
 vergate d’inchiostro,
 invocavi la tua libertà
 a piedi nudi
 nella stanza fredda.
Inerme la spiavi
 tra le crepe dei dirupi
 al di là della grata.
Ansiosa la disegnavi
 come un Eldorado lontano.
Assieme al Sinni scorrevano via
 i tuoi pensieri
 e sull’ara del monte si perdevano
 in una ruga di mare.
Tutto era già scritto
 sotto il cielo di Favale.
Nel singulto delle ulule
 il macete
 sulla tua verde etate.
E solitaria deliravi
 alla Fortuna,
 spargendo tra i boschi semi
 di versi al vento,
 nell’attesa che maturasse il grano.
Ma tacquero le cetre
 e risuonarono i pugnali
 sul tuo letto di papaveri rossi.
Esamine ti raccolse
 il castello
 tra le sue braccia di pietra
e la tua poesia si fece
 sepolcro di pane.
Alessandra Dagostini
Pubblicata nell’antologia Venti di poesia… e racconti, curata dall’Associazione Culturale “Matera Poesia 1995”, Ventennale della fondazione, Matera, Profecta, dicembre 2015. La poesia ha avuto una menzione alla III edizione del Premio Artistico-Letterario “Una cartolina da Matera”, giugno 2015.




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