VIOLENZA SU DONNE: IN SEI MESI 3.652 TELEFONATE A NUMERO VERDE MULTILINGUE
DEDICATO IN PARTICOLARE A IMMIGRATE DI LINGUA ARABA
Roma, 14 lug. – (Adnkronos) – Il numero verde multilingue, ‘Mai piu’ sola’, realizzato dall’associazione ‘Acmid-donna onlus’, nei primi sei mesi dall’attivazione, avvenuta nel novembre del 2007, ha ricevuto 3.652 chiamate. L’85% ha riguardato una reale richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza e in tutti questi casi gli operatori dell’associazione hanno evaso la richiesta dell’utente e compilato un’apposita scheda personale. Nel restante 15% dei casi l’associazione, non avendo riscontrato violenze, non e’ intervenuta. Questi alcuni dei dati della relazione semestrale del numero verde antiviolenza, presentata oggi presso la Sala delle Colonne di palazzo Marini, a Roma. Il servizio risponde in quattro lingue differenti: italiano, arabo, compreso il dialetto marocchino, inglese e francese. Il progetto prevede un percorso completo di assistenza alle vittime di violenza: primo soccorso, sostegno psicologico e consulenza legale. Il numero verde e’, inoltre, in diretto contatto con i centri Antiviolenza e di Accoglienza di tutta Italia. Del 94,5% delle telefonate giunte dall’Italia, il 71% e’ arrivato dal nord, solo il 2% dal sud. La Lombardia, con il 61% dei contatti, e’ al primo posto in classifica, con una concentrazione nelle citta’ di Milano e Brescia. Molti i contatti anche dal Piemonte con la citta’ di Torino e dall’Emilia Romagna con Bologna. Le chiamate provenienti dal centro Italia si concentrano, con il 62,6% delle telefonate, a Roma.
Le donne che si rivolgono a ‘Mai piu’ sola’ hanno un’eta’ compresa tra i 20 ai 45 anni. Il 2,8% delle denunce sono pervenute da minorenni. Il 73,5% delle donne hanno un’eta’ compresa tra i 20 e i 30 anni. Il 15,2% tra i 30 e i 40 anni. Nell’8,5% dei casi le donne hanno piu’ di 40 anni. Nel 7,6% dei contatti l’eta’ non e’ stata indicata. La nazionalita’ preponderante e’ quella marocchina, seguita da quella tunisina. Poche le telefonate dall’estero, qualche contatto dalla Francia e dal Belgio. Le chiamate si concentrano al mattino, tra le 7 e le 12 (47,9%) e nelle ore pomeridiane (44,7%). Meno del 10% dei contatti pervengono di notte: si tratta di urgenti richieste d’aiuto che richiedono
l’intervento delle forze dell’ordine. Il 55,7% dei dossier raccolti riguardano donne coniugate con figli. L’89,9% di queste chiamate sono state effettuate dalla diretta interessata, le altre sono partite da ospedali (7,4%), da scuole o forze dell’ordine (2,75). Il 41,6% delle richieste d’aiuto ha riguardato donne sposate che intendevano divorziare: nel 47,2% dei casi non potevano piu’ sostenere la poligamia, nel 16,4% denunciavano la sottrazione di documenti di identita’ e di permesso di soggiorno da parte del marito, nel 14,6% la sottrazione abusiva dei figli. Altre segnalazioni sono legate a difficolta’ insorte nell’ambito di un matrimonio misto: Italia-Marocco 40,6%, Marocco-Tunisia 275, Marocco-Egitto 30,9%, Cuba-Egitto 1,5%. Su 1.288 interventi del numero verde, 392 sono serviti da supporto e mediazione nello sporgere denuncia, 436 per sistemazione in case d’accoglienza, 460 per contatti con assistenti sociali.
VIOLENZA SU DONNE: SBAI (PDL), RISPETTO DIRITTI UMANI SIA UGUALE PER TUTTI
AIUTARE IMMIGRATE A CONOSCERE LEGGI ITALIANE
Roma, 14 lug. – (Adnkronos) – ” Troppe volte, e non solo in Italia, ma anche in tanti altri paesi occidentali e democratici, quando a subire una violenza, un maltrattamento o piu’ semplicemente un’ingiustizia, e’ una donna, si ricorre ad un relativismo culturale pericolosissimo e sbagliato, soprattutto se si parte dall’assunto che il rispetto dei diritti umani debba essere dato senza se e senza ma, uguale per tutti, a garanzia di ogni uomo o di ogni donna a prescindere dalla razza, dalla cultura, dalla religione, dall’orientamento sessuale. Non e’ sempre cosi'”. Lo ha dichiarato Souad Sbai (Pdl), presidente dell’ ‘Acmid-donna, in occasione della presentazione della relazione sull’attivita’ semestrale del progetto ‘Mai piu’ sola’, il numero verde istituito nel novembre 2007, che accoglie richieste d’aiuto di donne di ogni nazionalita’ vittime di violenza, con particolare attenzionea quelle di linqua araba. “L’ ‘Acmid-donna’ – ha spiegato Sbai – e’ nata tanti anni fa per offrire un sostegno alle donne provenienti dai paesi del Nord Africa immigrate in Italia, con il bisogno di trovare un aiuto e un sostegno in grado di orientarle ed informarle su come affrontare quotidianamente una realta’ differente. Noi dell’associazione – ha continuato la presidente – abbiamo voluto andare incontro a questa esigenza d’integrazione per aiutare le nuove arrivate a conoscere la lingua del paese ospitante, gli usi e i costumi, ma soprattutto le leggi”.
“Sebbene in Italia non sia consentita la poligamia – ha continuato Sbai – tantissime donne musulmane si sono ritrovate in casa una seconda moglie anche senza il loro consenso. Al marito e’ bastato presentare un documento con firma falsa della moglie, in cui dava l’assenso per le seconde nozze. Ma fin quando in Italia e in occidente ci saranno sentenze come quelle che scagionano i genitori di Fatima, una ragazza maghrebina residente in Italia picchiata, legata e segregata dal padre, dalla madre e dal fratello, a causa di uno stile di vita e di comportamenti contrari alla cultura ed ai convicimenti religiosi della sua famiglia, e altre simili aberrazioni non si potra’ parlare di una conquista da diffondere altrove”. “Bisognera’ riempiere quelle gravi lacune del diritto, che rendono iniqua la legge e, visto che purtroppo sono quasi sempre le donne le vittime di queste iniquita’ e sono i rapporti patriarcali a rafforzarsi, sono le donne ad avere un ruolo chiave in questa lotta. Ancora oggi le donne sono costrette a combattere per vedere riconosciuti i loro diritti, a volte anche quelli piu’ elementari. Solo le donne – ha concluso la presidente dell”Acmid-donna’ – possono dare il giusto impulso a questa nuova e speriamo definitiva stagione di conquiste”.
CARFAGNA, C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE
VIOLENZA DONNE: OLTRE 3.600 SOS IN SEI…
(ANSA) – ROMA, 14 LUG – I dati semestrali del numero verde promosso da Acmid-donna parlano chiaro e ”nonostante gli impegni” gia’ avviati ”c’e’ molto da fare”. Lo afferma Mara Carfagna, ministro per le pari opportunita’, in un messaggio inviato all’associazione che oggi ha presentato il rapporto secondo il quale oltre 3.600 immigrate hanno contattato il telefono verde. Il ministro, apprezzando il lavoro di Acmid-donna perche’ – dice – ”e’ indispensabile stare sul campo”, ritiene che ”l’ integrazione non si deve fermare sulla soglia di ogni comunita’ culturale, ma deve essere vicina a tutti coloro che lealmente lavorano ogni giorno per un disegno che sia colorato di tanti colori ma che sia compiuto nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali. Nell’alveo di tale rispetto – continua il ministro – e pur all’interno di un contesto di vecchi e nuovi problemi, e’ volonta’ dello stato promuovere l’inclusione degli immigrati nella vita di tutti i giorni, nel mondo dello studio, della formazione professionale e in tutte quelle strutture specificatamente finalizzate allo scambio interculturale”. Carfagna auspica anche una ”piena collaborazione” fra gli organi di governo, in particolare il ministero che dirige, e le associazioni interessate.
GELMINI, ANCHE LA SCUOLA DIA IL SUO APPORTO
(ANSA) – ROMA, 14 LUG – Anche la scuola puo’ dare il suo contributo contro la violenza alle donne, alle immigrate in particolare. Ne e’ convinto il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini che ha inviato un messaggio all’Acmid-donna in occasione della presentazione del rapporto semestrale del numero verde contro la violenza diretto alle donne immigrate. ”Occorre essere consapevoli – ha sottolineato Gelmini – che la scuola italiana di oggi deve dare il suo apporto su due nuovi fronti: contribuire alla decine di migliaia di immigrati adulti analfabeti (in maggioranza donne) e intercettare, sul territorio, l’emersione delle richieste di aiuto per violenza psicofisica, indirizzandole verso le strutture competenti”. Gelmini ha detto di voler ”confermare pienamente questi doveri” anche con la collaborazione delle associazioni. Alla presentazione del rapporto e’ intervenuto anche il sottosegretario all’interno, Alfredo Mantovano, che ha annunciato il suo impegno per l’istituzione di un tavolo di confronto in materia fra associazioni e istituzioni.
IMMIGRATI. DONNE, IN 6 MESI 3652 CHIAMATE A NUMERO ANTI-VIOLENZA
85% RIGUARDAVA UNA REALE RICHIESTA D’AIUTO
(DIRE) Roma, 14 lug. – In soli sei mesi, dal giorno dell’attivazione (7 novembre 2007) del numero verde antiviolenza “Mai piu’ sola” 1522 (disponibile in quattro lingue differenti, italiano, arabo, inglese e francese), promosso dall’associazione Acmid-Donna onlus e realizzato per accogliere le richieste d’aiuto delle donne immigrate di tutte le nazionalita’, sono pervenute all’associazione 3652 chiamate, l’85% delle quali riguardava una reale richiesta d’aiuto da parte delle vittime di violenza. È quanto emerge dalla relazione dell’attivita’ trimestrale condotta da Acmid-Donna onlus (presieduta da Souad Sbai) e presentata questo pomeriggio a Roma. Il dato piu’ rilevante riguarda la provenienza delle chiamate arrivate al numero verde: il 94% del totale sono arrivate dall’Italia, il 71% dal nord e solo il 2% dal sud. La regione maggiormente interessata e’ la Lombardia (soprattutto Milano e Brescia), con il 61% delle chiamate, seguita dal Piemonte e dall’Emilia Romagna. La nazionalita’ preponderante e’ quella marocchina, seguita da quella tunisina, mentre tra fasce di eta’ a chiamare sono stati in particolar modo le donne tra i 20 e i 45 anni. Secondo la ricerca condotta dall’associazione il 55,7% riguarda casi di donne coniugate con figli che hanno rivolto al numero verde una richiesta d’aiuto in seguito a violenze fisiche o psichiche. La quasi totalita’ delle telefonate proveniva dalle dirette interessate (89,9%), mentre le restanti chiamate sono partite dagli ospedali, dalle scuole o dalle forze dell’ordine”.
Il 41,6% delle richieste di aiuto ha riguardato, invece, donne sposate, che intendevano separarsi o divorziare. La maggior parte di loro (47,2%), spiega l’indagine, “non poteva piu’ sostenere la condizione di poligamia imposta dai loro mariti i quali, dopo alcuni anni di matrimonio, esigevano che la moglie legittima condividesse il tetto coniugale con un’altra donna presa in sposa con rito poligamico”. Tra le altre motivazioni di richiesta d’aiuto spiccano, la sottrazione di documenti d’identita’ o del permesso di soggiorno da parte del marito (16,4%), azione correlata ad una istanza di divorzio, e la sottrazione abusiva dei figli a scopo di sottomissione. Questa iniziativa dell’associazione Acmid-Donna onlus rappresenta “un’iniziativa preziosa- ha spiegato il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella- perche’ parte dal riconoscimento della specifica condizione dell donne”. Donne, ha aggiunto, “che sono le protagoniste del dialogo tra le culture e le grandi protagoniste della capacita’ d’inclusione sociale e di integrazione”. A tale proposito, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha annunciato che, su questi temi, “servono politiche concrete che facciano da riscontro a questa realta’” e si e’ detto disponibile a lavorare per “aprire un tavolo di confronto tra l’associazione e tutti i soggetti istituzionali”.
MANTOVANO, TAVOLO DI CONFRONTO CON ASSOCIAZIONI
PASSARE DALLA FASE DEL PARLARE A QUELLA DEL FARE
Roma, 14 lug. – (Adnkronos) – “Il mio intervento vuole essere solo un ringraziamento per essere stato invitato e un augurio all’associazione, affinche’ possa raggiungere il suo obiettivo. Questo strumento si e’ rivelato positivo ed ora servono iniziative concrete da parte delle istituzioni”. Lo ha dichiarato Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, intervenendo al convegno sulla presentazione dei dati relativi al numero verde antiviolenza ‘Mai piu’ sola’. “Mi impegno da ora – ha aggiunto Mantovano – ad un tavolo di confronto con l’associazione ‘Acmid’ e con le altre associazioni impegante in questo settore, per passare dalla fase del parlare a quella del fare”.

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