
Presentazione                    stamattina in Sala Stampa vaticana della “Consulta femminile”,                    l’organismo permanente, istituito all’interno del Pontificio                    Consiglio della Cultura nel giugno 2015 per dare spazio e continuità                    alla voce delle donne all’interno del Dicastero. Trentasette                    le componenti coordinate da Consuelo Corradi, pro-rettore alla                    ricerca e ai rapporti internazionali dell’Università Lumsa di                    Roma. Alla presentazione, oltre a molte di loro, era presente                    il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio.                    Il servizio di Adriana Masotti:
 Fino a poco fa non c’era nessuna donna a livello dirigenziale                    nel Pontificio Consiglio della Cultura, mancava dunque l’immagine                    di Dio nella sua completezza. Sono le parole forti con cui il                    card. Ravasi apre la sua presentazione della “Consulta femminile”.                    Ricorda, da illustre biblista, che Dio creò l’uomo a sua immagine                    e lo creò maschio e femmina. Ora, conclude, con la nascita della                    Consulta nel Dicastero le cose sono cambiate. Sentiamo da lui                    stesso il perché di questa iniziativa e quale il contributo                    che vuol offrire alla Chiesa e alle donne:
“Vuole essere soprattutto uno sguardo femminile rivolto a tutte le attività del nostro Dicastero. Il loro contributo potrebbe essere segnalato a due livelli. Da un lato certamente sui contenuti; alcuni contenuti che non avevamo previsto e che fanno parte di più della loro esperienza femminile, della loro esperienza di lavoro, anche laica. Il secondo aspetto è quello dello stile: riuscire a introdurre, per esempio, una lettura molto più globale, colorata, della realtà e dei temi che noi affrontiamo, facendo perdere un po’ quell’analisi che è solo squisitamente teologico-filosofica, propria del linguaggio ecclesiale”.
D. – Il Papa ultimamente ha detto: “Non è tanto una questione funzionale quella del ruolo della donna nella Chiesa ma di contributo al pensiero, alla riflessione”…
R. – Difatti io ho escluso esplicitamente che fosse un’aggiunta al dicastero per riuscire ad avere le quote rosa oppure per avere una specie di cosmesi. No: loro entrano nell’interno dei meccanismi della nostra “politica culturale”.
Docenti universitarie, imprenditrici, impegnate in politica, artiste, giornaliste. Due le religiose e due le componenti della Consulta dipendenti del Vaticano: la collega della Radio Vaticana Roberta Gisotti e Micol Forti, responsabile della Collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani. Grande la varietà di provenienza culturale, geografica e perfino confessionale con la presenza anche della teologa musulmana iraniana Shahrazad Houshmand. Che cosa rappresenta la sua presenza:
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