di Magda Terrevoli
Interessante ricerca compiuta da un gruppo di donne dipendenti della Regione Emilia-Romagna

da Agor@ magazine

Lasciando da parte parole e concetti le donne come sempre puntando alla base dei problemi hanno fatto due conti così organizzati: iImmaginiamo la vita di una donna che lavora anche all’esterno della casa con marito e un figlio/a, dai 30 ai 60 anni: 30 anni di vita. Siamo buone, per facilitare i conti, consideriamo un anno composto da 300 giorni, (escludendo ferie, pranzi da parenti e amici, ecc.) e da 50 settimane; consideriamo alcune attività svolte al minimo e cominciamo a contare:

preparare pasti: 2 al giorno x 300 giorni x 30 anni = 18.000 volte

fare la spesa 2 x 50 settimane x 30= 3.000

rifare i letti 2 letti per 300 x 30= 18.000

lavatrice 3 x 50 settimane x 30= 4.500

stirare 1 x 50 settimane x 30= 1.560

spazzare/aspirapolvere 1 x 300 x 30= 9.000

lavare i pavimenti 1 x 50 x 30= 1.500

spolverare 2 x 50 x 30= 3.000

Quanti uomini possono dire di aver fatto la metà di tutto questo?
E questo è un esempio del minimo indispensabile per sopravvivere, cui vanno aggiunte tutte le attività collegate (es. apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti, riporre la spesa, dividere la biancheria, stenderla, raccoglierla, sistemare cassetti e armadi, ecc.) e i Grandi lavori (pulizie pasquali, lavaggi tende, ecc.)
In questi 30 anni sono compresi la nascita e crescita di un figlio (o più) e la cura almeno di un genitore anziano. Troppo lungo sarebbe contare “i gesti”, concreti e affettivi assieme, che queste attività comportano. Quante volte hai nutrito il bimbo o il genitore disabile?, quanto volte l’hai vestito o lavato? Quante volte hai chiamato il medico? I numeri sarebbero comunque nulla rispetto all’impegno concreto, all’energia organizzativa e soprattutto alle emozioni legate a questi gesti (compresi ovviamente stress e preoccupazioni).
Questa sintesi si traduce mediamente in 3 ore e 25 minuti al giorno di lavoro di cura in più per una donna rispetto ad un uomo. Ma per semplificare, e sperando che negli ultimi anni sia diminuita la disparità fra uomini e donne nel lavoro di cura, consideriamo solo due ore al giorno di lavoro in più per una donna. 2 ore x 300 giorni x 30 anni = 18.000 ore 18.000 ore/8 ore al giorno(giornata media lavorativa) = 2.250 giornate lavorative 2.250 giornate lavorative / 220 giorni lavorativi annui = 10,2 anni lavorativi.
Questi 10 anni di lavoro chi li considera? Chi li paga? …………………. Vogliamo parlare di parità? I 10 anni (anzi molti di più) di lavoro di cura in più degli uomini pesano, e pesano molto. E quando si parla di innalzare l’età pensionabile per le donne qualcuno deve spiegare cosa significa PARITA’

Categorizzato in: