(ASCA) – Roma, 17 set – Domani quasi 61 milioni di tedeschi andranno al voto. In lizza 3.648 candidati (1.017 donne, meno di un terzo del totale). Ma dietro la battaglia per il Bundestag ed il cancellierato c’e’ in gioco molto di piu’: tasse, lavoro, sanita’, pensioni. Nei prossimi quattro anni Berlino varera’ audaci riforme o le scelte politiche sbanderanno verso il nazionalismo? introdurra’ la flat tax come in origine ventilato dalla Cdu, o alzera’ l’aliquota massima ai livelli proposti dalla Spd? tagliera’ o sosterra’ lo stato assistenziale? La risposta e’ nelle urne. Angela Merkel, leader dell’opposizione cristiano democratica, e’ la candidata favorita, ma il gap con i socialdemocratici si e’ progressivamente ristretto nelle ultime due settimane di campagna elettorale. Quando, il 22 maggio scorso, Schroeder chiese le elezioni anticipate dopo la disastrosa sconfitta nel Nord-Reno-Westphalia, gli exit poll impalmavano vincitori la Cdu/Csu e la Fdp. Oggi, e’ incerto se la somma delle rispettive preferenze garantira’ all’opposizione la maggioranza per controllare il Bundestag. Per questo, in molti scommettono sulla ”grand coalition” tra Cdu e Spd che, pero’, e’ gia’ stata sperimentata (dal ’66 al ’69) senza grandi risultati. In questa situazione, qualsiasi spostamento di preferenze potrebbe avere un impatto decisivo sul risultato finale. E’, dunque, proprio sul voto degli indecisi che si sono concentrati gli appelli di voto da ambo le parti, anche alla luce di un sondaggio pubblicato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Emerge che piu’ del 30% degli elettori e’ ancora incerto: il che fa sperare in qualsiasi rimonta, o ”allungo”, in extremis. Quello che Schroeder si lascia alle spalle sono sette anni di promesse mancate. A marzo 2003 presento’ un programma di
riforme noto come Agenza 2010 senza preparare ne’ il partito ne’ gli elettori. Infatti, da allora ha perso quasi tutte le battaglie alle urne. Con il voto di domenica il cancelliere punta a conquistare nuovi consensi per l’Agenda 2010 che si propone di rilanciare l’economia, creare lavoro e sostenere il welfare. Nel programma Spd: alzare l’aliquota massima dal 42% al 45% per i redditi dei contribuenti superiori a 250.000 euro l’anno o a 500.000 se coniugati; risolvere la crisi di finanziamento del sistema sanitario pubblico; aumentare il budget in R&S al 3% del pil entro il 2010; smantellare nei prossimi 32 anni le centrali nucleari; sostenere l’adesione all’Ue della Turchia. Un governo guidato dalla Cdu, per contro, cercherebbe di ridurre la disoccupazione, attualmente all’11%. In agenda anche l’esenzione per le aziende con meno di 20 dipendenti dalla legge di protezione dal licenziamento, una maggiore flessibilita’ nelle buste paga e la semplificazione il regime fiscale (taglio dell’aliquota massima al 39%; introduzione di un’aliquota minima del 12%; aumento, dal 16% al 18%, delle tasse sul valore aggiunto). I contributi al fondo per la disoccupazione verrebbero ridotti dal 6,5% del salario al 4,5% e sarebbe accantonato lo smantellamento, previsto dall’attuale governo, del programma nucleare. In politica estera, piu’ volte Merkel ha gridato la ferma opposizione all’integrazione della Turchia nell’Unione europea, proponendo, in alternativa, una ”partnership privilegiata”. In caso di vittoria Cdu, gli analisti fanno il tifo per un rilancio dell’asse Parigi-Berlino per dare nova linfa allo stagnante club europeo. Sia Francia che Germania hanno perso vigore in questi ultimi tre anni – Parigi trafitta dalla bocciatura referendaria della Costituzione; tutte e due indebolite dal peso dei nuovi 10 stati membri e da una zoppicante economia -. Tuttavia, e’ rimasta immutata la partnership che ha fatto crescere l’Ue a 25 dalle radici piantate nel 1951 con il patto del carbone e dell’acciaio.La Merkel ne propone un nuovo look: non piu’ una relazione esclusiva, o percepita contro gli altri stati Ue. La figlia del pastore, nata nella Germania dell’Est, appare pendere di piu’ verso Blair che verso Chirac. Ma intende trovarsi nella stessa posizione di Schroeder: contare sulla Francia, per il budget o la Pac (politica agricola comune), e’ spesso piu’ facile. Questo l’ultimo sondaggio: la CDU/CSU (41,5%), SPD (32,5%), Partito di Sinistra (8,5%) , FDP (8%), Verdi (7%). Con questi risultati la coalizione di centro-destra tra CDU/CSU e FDP otterrebbe il 49,5% e coalizione rosso-verde tra SPD e Verdi il 39,5%. Oltre a queste due coalizioni ”naturali” ci sono altri due possibili scenari governativi: una ”grande coalizione” formata da CDU/CSU e SPD con il 74% dei voti, ed una coalizione socialdemocratici-verdi-radicali di sinistra con il 48%.

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