S’appende
in una smorfia
il volto,
attende rinascita
oltre il tocco dei malanni,
niente più.

Con occhi liberi
dal pensarsi eterni,
scruta
le infinite luci
della parola che salva,
l’ultima pelle
tatuata
sulle labbra del mondo.

Iole Chessa Olivares
La buccia del grido, Lepisma, 2008

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