Introduzione al sito

di Alina Rizzi
(http://www.segniesensi.it – banner in Arte al femminile)

Desiderare uno spazio da dedicare interamente alla scrittura femminile, oggi, può forse apparire fuori moda o inutile.
Secondo alcuni la scrittura non è sessuata, esistono semplicemente libri scritti bene e libri scritti male, come ribadiva Oscar Wilde. Sì, può essere.
Ma se è vero che uomini e donne sono diversi e, pur senza voler generalizzare, hanno un approccio alla vita differente, perché non ammettere che anche la sensibilità personale possa manifestarsi con gesti e parole specifici degli uni o delle altre? Non si tratta di stabilire cosa sia meglio o peggio, ma di accettare che alcune caratteristiche siano più diffuse tra le donne piuttosto che tra gli uomini, e viceversa.
Il modo di raccontare un aneddoto, uno stato d’animo, un incontro, può assumere dunque toni e colori riscontrabili soprattutto, seppur non esclusivamente, nei testi femminili.
Mi riferisco, per esempio, all’attenzione per i particolari, per le sfumature, per i cambiamenti minimi e quasi impercettibili. La scrittura femminile sa cogliere l’infinitesimale, il microcosmo e portarlo ad un livello di primo piano, restituendo dignità e valore al più piccolo movimento interiore, alla sensazione pura e semplice, all’intuizione.
Lo sanno fare anche molti scrittori, è vero, ma non sono la maggioranza.
La scrittura femminile guarda all’interno e poi all’esterno, nella convinzione forse che il primo mondo da esplorare, il più ricco e misterioso, sia proprio quello che ci portiamo dentro.
La scrittura femminile si occupa del singolo per rappresentare l’esperienza collettiva, e lo fa molto spesso utilizzando i sensi, cioè il luogo in cui si generano i primi elementi di contatto con l’esterno. Un luogo in cui il pensiero vive e cresce, ma senza prevaricare su altri, più delicati, movimenti sottocutanei.
Segni e sensi dunque.
Scrittura ed emozione.
Scrittura che si fa ponte e approdo, che annuncia un incontro.

Alina Rizzi

Categorizzato in:

Taggato in: